Negli anni '80, riconosciuta la vocazione dell'azienda per i vini rossi, in particolare per la Barbera, apprezzandone la stoffa e la capacità di invecchiamento nel tempo, è stata effettuata la prima vendemmia del vino simbolo dell'azienda, la Barbera d'Asti Pomorosso, a cui si è affiancato nel 1985 il Camp du Rouss. Nel 2017, la Cantina Coppo ha continuato il suo viaggio verso la massima espressione del vitigno Barbera, promuovendo le specificità dei vigneti nella denominazione Nizza, riconosciuta nel 2014. Dopo il successo di Pomorosso e Riserva della Famiglia, nati secondo gli standard della nuova DOCG, sono state lanciate due nuove etichette Nizza: Bric del Marchese e Pontiselli, nomi che richiamano due diverse aree nei comuni di Nizza Monferrato e Agliano Terme. Il simbolo dell'azienda, un putto che trattiene l'effervescenza di una bottiglia di spumante, rappresenta la visione produttiva di Coppo, da cui vini di alta qualità, nati dalla passione e dal desiderio di migliorarsi.
Dal 2020, Coppo è entrata a far parte del gruppo Dosio, insieme a Villa Giada e Cantine Dosio. Per la famiglia Coppo, l'ingresso all'interno del Gruppo Dosio significa "guardare al futuro con il proposito di scrivere una nuova pagina di una storia che resterà tutta italiana e profondamente radicata nei valori, nella missione e nelle competenze"
COPPO
La cantina Coppo ha una storia di oltre 125 anni, fondata nel 1892. Le origini dell'azienda risalgono a Piero Coppo, fondatore dell'azienda moderna, noto per la sua dedizione alla qualità senza compromessi. La città di Canelli, nel corso del tempo, si è affermata come un importante centro vitivinicolo internazionale. Piero Coppo sposò Clelia Pennone nel 1913, erede delle cantine Pio Pennone, ampliando così l'azienda. Grazie alla passione di Luigi, grande amante dei vini francesi, tra gli anni ’60 e ’70, l’azienda inizia ad importare i grandi vini di Borgogna e della Champagne. Le cantine furono modernizzate dopo essere state devastate da alluvioni nel 1948. Iniziano le prime sperimentazioni nell’uso delle piccole botti in rovere francese. Si effettuano le fermentazioni alcoliche e l’affinamento sulle fecce nobili sia dello Chardonnay sia del Pinot Nero, che, insieme, andranno a comporre, a partire dal 1984, la cuvée base dello spumante Riserva Coppo e dello spumante Piero Coppo, una riserva speciale dedicata al fondatore. Nello stesso anno, lo Chardonnay vinificato in purezza e nella versione ferma diventa uno dei protagonisti assoluti con il Monteriolo